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I giorni dell'abbandono

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I giorni dell'abbandono
di Roberto Faenza

Ricercando appositamente per voi un film degno di essere recensito, ci è capitato di trovare tra polverose collezioni questa pellicola del 2004, “I giorni dell’abbandono”, con la regia di Roberto Faenza.

Torino, giorni nostri. Olga (Margherita Buy), 35enne apparentemente realizzata, viene abbandonata dal marito (Luca Zingaretti) per una donna più giovane. La quieta vita borghese in cui Olga tanto amava rifugiarsi le crolla addosso; nulla più ha un senso: i figli, gli amici, la sua stessa esistenza. La protagonista sprofonda nella propria interiorità per vivere un vero e proprio thriller dell’anima, ricco di flashback in cui Olga si ritrova nei panni della “Poverella”, personaggio tanto amato e temuto delle sue fiabe giovanili, che troverà pace dall’abbandono del marito solo con il suicidio.

Ma la protagonista del film riuscirà a ritrovare la sua forza interiore, al contrario della “Poverella” supererà gli ostacoli della vita recuperando il proprio equilibrio, e riuscirà ad uccidere il vero fantasma che la affliggeva: il vuoto di senso.

Lodevoli sono le scelte registiche: le riprese, quasi tutte in soggettiva, tendono a comunicare la vera situazione psicologica della donna, accentuando il senso di incertezza e di paura che caratterizza questo momento della sua vita; ancora l’utilizzo dei colori, che nella casa coniugale sono così caldi da essere opprimenti, ricordano il senso di soffocamento provato da Olga, che non riesce a riemergere dalle proprie angosce.

Di riguardo è anche la colonna sonora del film, curata da Goran Bregovic (che nel film interpreta la parte del vicino di casa musicista): toccante la scena in cui la protagonista, presso il teatro Carignano, assiste ad un suo concerto, e la bellezza della sua arte le farà comprendere che la vita è stupenda anche dopo momenti terribili.

Insomma, un film decisamente da non perdere! Oltre all’affascinante storia di Olga è sempre piacevole notare che qualcosa nella nostra antica e cara Torino sta finalmente cambiando, magari verso la direzione di una città sulla quale saranno di nuovo puntate le luci del palcoscenico.

 

Alessandro Bredice